Le uova e i
‘misteriosi’ codici sul guscio. A partire dal 2004 è obbligatorio che le uova
in commercio presentino sul guscio un codice che riporta informazioni relative
all’origine del prodotto. A vederlo il codice è davvero criptico: un esempio
può essere “2 IT 027 BS 002”. Cosa stanno a significare queste apparentemente
misteriose combinazioni di lettere e numeri? Niente paura: è molto semplice
imparare a leggerne il contenuto.
Il codice di
tracciabilità o “etichetta” delle uova è un codice complesso stampigliato sul
guscio. Ecco come lo si legge e come da esso è possibile ricostruire l’intera
storia dell’uovo che stiamo per mangiare.
IL CODICE DI
TRACCIABILITÀ DELLE UOVA
Prima cifra
La prima
cifra (in questo caso, lo zero) riporta la tipologia di
allevamento delle galline:
§ “0” sta a significare un allevamento di tipo biologico,
ovvero che utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica
(prodotti senza l’utilizzo di concimi chimici di sintesi e prodotti
fitosanitari), integrabili fino al 20% con prodotti tradizionali. Gli animali
sono in grado di razzolare liberamente all’aperto: si tratta la tipologia di
uova che più si avvicina a quelle prodotte dalle galline “ruspanti” di cascine
e fattorie.
§ “1” corrisponde all’allevamento all’aperto:
gli animali possono girare liberi per una parte della giornata, deponendo le uova
nei pagliericci oppure sul terreno loro adibito in un ambiente esterno.
§ “2” è il codice relativo all’allevamento a
terra: questa tipologia consente all’animale di muoversi libero, non
all’aperto bensì in un ambiente chiuso. Un esempio di allevamento da codice “2”
è rappresentato dai grandi capannoni che si trovano nelle campagne; le galline
depongono le uova per terra, sulla lettiera o nei nidi.
§ “3” infine corrisponde all’allevamento a batteria,
o in gabbia: gli animali non hanno alcuna libertà di movimento, ma
trascorrono la loro vita in gabbie e depongono le uova sul fondo della gabbia
stessa. Le densità sono quasi claustrofobiche: in ogni metro quadrato di gabbia
possono essere presenti anche 25 animali, ed i posatoi a disposizione per
deporre le uova hanno una larghezza di appena 15 centimetri. Possono essere
impilati sull’altro sino a 4-6 ordini di gabbie.
Mentre
nelle prime tre tipologie è il personale dell’azienda agricola a provvedere
alla raccolta manuale delle uova, nell’ultimo caso le uova deposte
vengono convogliate ai macchinari di confezionamento mediante un nastro
trasportatore che passa al di sotto delle gabbie.
GRUPPO DI
LETTERE, CIFRE E LETTERE
La
seconda combinazione del codice è composta da due lettere che stanno a
contrassegnare il Paese d’origine delle uova: “IT” corrisponde
ovviamente all’Italia, “PT” al Portogallo, e così via. La terza parte
corrisponde al codice Istat del comunedove è situato l’allevamento,
immediatamente seguito dalla sigla dellaprovincia (in questo caso,
“BS” = Brescia).
ULTIMO GRUPPO
DI CIFRE
Infine,
l’ultima serie di cifre è il numero identificativo dell’allevamento di
provenienza delle uova: è un codice univoco che permette di risalire
immediatamente e senza ambiguità all’esatta azienda agricola di allevamento.
Questo è di fondamentale importanza nel malaugurato caso in cui si
verificassero problemi di tipo sanitario.
SCADENZA,
CATEGORIA E PESO
Sul
guscio dell’uovo ma anche sulla confezione esterna, oltre a questo codice
alfanumerico, è riportata anche la data di scadenza, la
denominazione dell’azienda di origine e/o di imballaggio e la categoria
di qualità e di peso delle uova. Esistono infatti
diverse categorie di uova:
§ “A”: si tratta di uova fresche, che
possono essere consumate tal quali senza sottoporle ad alcun trattamento come
lavaggi o pulizia. In rari casi le uova possono anche essere state
preventivamente lavate, e recheranno la dicitura, appunto, di “uova lavate”.
La camera d’aria delle uova appartenenti a questa categoria non deve superare i
6 millimetri di altezza, e di 4 millimetri per quelle “extra”.
§ “B”: sono le uova che non ricadono nella
categoria “A”: non sono destinate alla grande distribuzione, ma alle industrie
di trasformazione (produttori di maionese e prodotti dolciari, pastifici, dove
verranno utilizzate previa pastorizzazione) o a quelle non alimentari. Non
esiste un obbligo di etichettatura per le uova di questa categoria, ma i lotti
devono essere ben distinguibili con etichette o fasce di colore rosso.
Le categorie
di peso, invece, sono quattro a seconda delle dimensioni dell’uovo:
§ “S”: uova piccole, che pesano meno
di 53 grammi
§ “M”: uova medie, dal peso di 53-63
grammi
§ “L”: uova grandi, dal peso di 63-73
grammi
§ “XL”: uova grandissime, che pesano
più di 73 grammi
Alcuni
produttori forniscono inoltre informazioni aggiuntive riguardanti le date dideposizione,
l’eventuale data di imballaggio e la tipologia di
alimentazione degli animali. A seconda della tipologia di allevamento
deve essere riportato per esteso sulla confezione la dicitura
“Uova da agricoltura biologica”, “Uova da allevamento all’aperto”,
“Uova da allevamento a terra” oppure “Uova da allevamento
in gabbia”. Le uova, inoltre, sono da considerarsi “extra fresche”
entro un periodo di nove giorni dalla deposizione e di sette giorni dal
confezionamento.
Fonte: http://www.guidaconsumatore.com/consumo_consumatori/leggere-il-codice-di-tracciabilita-delle-uova.html
vabbè, avevo scritto 10 righe de commenti e me l'ha cancellate. uff. cmq, m'hai tolto un dubbio che c'avevo da anni sul fatto che bio significhi pure che le galline so' libere. meno male..
RispondiEliminaUff, non ho messo 'inviami notifiche' al commento precedente, quindi ne faccio un altro così se me rispondi lo so. detto ciò... many many dear things.
RispondiEliminasalve, rosini
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