Il prosciutto cotto è
una carne conservata,
più precisamente un salume cotto
NON insaccato e parzialmente ricoperto di cotenna.
E’ composto
dalla coscia disossata "vera e propria" del maiale (S. scrofa
domesticus). Spesso il prosciutto cotto viene rimpiazzato da un
prodotto molto simile ma sensibilmente meno pregiato: la spalla cotta
di maiale.
La produzione del prosciutto cotto prevede alcune fasi essenziali: macellazione del suino, lavorazione dell'arto posteriore, cottura a vapore e confezionamento.
Il prosciutto cotto non è tutto uguale; tralasciando la variabilità delle ricette locali, il prosciutto cotto si differenzia ufficialmente in tre categorie ben distinte. A dirlo è il "Ministero delle Attività Produttive" il quale, col Decreto del 21 settembre 2005 (G.U. n. 231 del 04 Ottobre 2005), disciplina la produzione e la vendita del prosciutto cotto in:
-
prosciutto cotto di alta qualità,
-
prosciutto cotto scelto
-
prosciutto cotto
Come
si può notare, la spalla cotta NON rientra nel disciplinare del salume in
oggetto.
Il
prosciutto cotto possiede un notevole vantaggio rispetto ai salumi crudi;
infatti, essendo cucinato, il suo consumo è concesso anche in gravidanza poiché
non esiste il rischio di infestazione parassitaria o tossinfezione
alimentare batterica. Tuttavia, ricordiamo che il prosciutto
cotto apporta discrete quantità di nitrati e
nitriti, molecole che, se introdotte eccessivamente, sono
potenzialmente responsabili della liberazione di nitrosamine tossiche
(coinvolte nei processi di cancerogenesi dello stomaco).
Il
prosciutto cotto contiene inoltre notevoli quantità di cloruro di sodio (sale da
cucina) e additivi alimentari potenzialmente allergizzanti;
per queste due caratteristiche, il prosciutto cotto dovrebbe essere consumato
con particolare moderazione dai soggetti affetti da ipertensione (poiché
il sodio in eccesso peggiora la condizione patologica) e addirittura evitato da
quelli sensibili a certe molecole, come ad esempio gli intolleranti
al lattosio o gli allergici
alle proteine del latte.
Dal punto di vista salino, come menzionato sopra, il prosciutto cotto è ricco di sale aggiunto, quindi di sodio; non mancano potassio, ferro e fosforo. Per quel che concerne le vitamine, il prosciutto cotto apporta buone quantità di quelle del gruppo B (tiamina, riboflavina e niacina).
Additivi del prosciutto cotto
Il
prosciutto cotto, essendo una carne conservata, non può prescindere
dall'aggiunta di molecole conservanti;
tra queste, alcune sono puramente naturali (come il sale della salamoia), mentre
altre sono registrate nell'elenco degli additivi
alimentari.
I
conservanti più utilizzati nel prosciutto cotto sono i nitriti e i
nitrati (E240-E259) ma non mancano glutammati (E620-629), polifosfati (E450-459), latte in
polvere e/o caseinati, e ascorbati (E300-E309).
Nitrati, nitriti e nitrosamine
Nitrati, nitriti e nitrosamine sono composti
costituiti da azoto (N) e ossigeno (O). Le piante impiegano azoto per
sintetizzare le proteine necessarie alla loro crescita, assorbendolo dal
terreno direttamente sotto forma di nitrato oppure associato ad altre sostanze.
La concimazione sistematica e intensiva dei suoli
coltivati (con sostanze chimiche ma anche con fertilizzanti naturali) causa un
eccesso di nitrati nel terreno, nelle falde freatiche e negli alimenti
(soprattutto frutta e verdura). Attraverso le acque di falda e i cibi, i
nitrati giungono anche all'organismo umano, dove viene trasformato in altri
composti (nitriti, nitrosamine). Tali composti sono nocivi per la salute umana.
Nitrati
L'uomo assume nitrati principalmente attraverso
l'acqua potabile e le verdure. Il nitrato di per sé è innocuo. In determinate
circostanze (lunghi tempi di conservazione, calore, pH acido) può però
trasformarsi in nitrito, dagli effetti tossici. L'assunzione di nitrati
andrebbe perciò limitata il più possibile. La loro concentrazione negli ortaggi
dipende da vari fattori:
- Maggiore è l'aggiunta di azoto nel
terreno e la quantità di concimi in eccesso rispetto al normale
fabbisogno, più elevato è il contenuto di nitrati nelle verdure e
nell'acqua potabile. In proporzione, gli ortaggi da colture
"alternative" contengono perciò meno nitrati.
- Le piante hanno bisogno di luce naturale
per impiegare i nitrati nella sintesi di proteine necessarie alla loro
crescita. Maggiore è l'esposizione dei vegetali ai raggi solari, minore è
il loro contenuto di nitrati.
In altre parole:
- gli ortaggi coltivati in pieno campo
contengono meno nitrati di quelli prodotti in serra,
- le verdure estive contengono meno
nitrati di quelle invernali
- gli ortaggi raccolti dopo il tramonto
contengono meno nitrati di quelli raccolti la mattina.
I vegetali accumulano nitrati in misura diversa.
Esistono perciò ortaggi a basso, a medio e ad alto contenuto di nitrati.
Ortaggi ad alto contenuto di
nitrati:
lattuga, cavolo rapa, lattuga cappuccina, crescione, bietola da costa,
ravanello, rafano, rabarbaro, rapa rossa, spinacio
Ortaggi a medio contenuto di
nitrati:
cima di rapa, indivia, finocchio, cavolo riccio, sedano, cavolo bianco, cavolo
verza, zucchino
Ortaggi a basso contenuto di
nitrati:
melanzana, fagiolino, cavolfiore, broccolo, cicoria, pisello, cetriolo, patata,
germogli, carota, peperone, funghi, porro, cavoletto di Bruxelles, cavolo
rosso, radice amara, asparago, pomodoro, cipolla.
Anche la distribuzione dei nitrati nell'ortaggio è variabile, con concentrazioni più elevate nei gambi, nelle costole, nelle foglie esterne e nella scorza.
Consigli
- Limitate il consumo di verdura ad alto
contenuto di nitrati, specialmente nei mesi invernali.
- Acquistate preferibilmente verdura
fresca di stagione, proveniente da aziende biologiche
"certificate".
- Eliminate gambi, costole fogliari e
foglie esterne dagli ortaggi ricchi di nitrati e gettate via l'acqua di
cottura (anche se ciò significa perdere preziose vitamine e sostanze minerali).
- Non acquistate ortaggi coltivati in
serra.
- Nel vostro orto evitate i concimi
chimici! Un buon compost maturo e interventi mirati danno vitalità al
terreno, favorendo una crescita sana e vigorosa delle vostre piante.
- Raccogliete gli ortaggi preferibilmente
la sera anziché la mattina.
Nitriti
In determinate circostanze i nitrati si trasformano in
nitriti. Questa reazione può avvenire nel terreno, nell'acqua potabile, negli
alimenti e nell'organismo umano. I nitriti sono sostanze tossiche; legandosi
all'emoglobina (la proteina del sangue che trasporta l'ossigeno ai tessuti)
ostacolano l'ossigenazione. Particolarmente a rischio sono i neonati, nei quali
la scarsa ossigenazione può causare difficoltà respiratorie e, in casi estremi,
asfissia (morbo blu).
Nitrosamine
I nitriti e le ammine possono
combinarsi dando origine alle nitrosamine, che sono composti cancerogeni. Le
ammine sono presenti nei prodotti alimentari contenenti proteine (carne,
salumi, formaggi). Il nitrito è un componente del salnitro impiegato nella
preparazione degli insaccati per esaltare il colore e il sapore della carne. Il
nitrito si forma anche nelle verdure ad alto contenuto di nitrati. La
trasformazione dei nitrati in nitriti può avere luogo negli alimenti, durante
la loro preparazione o all'interno dell'organismo umano. Riassumendo, le nitrosamine sono
presenti in quantità elevata specialmente nella carne sotto sale e negli
insaccati. Evitate di cuocere ai ferri o di arrostire la carne sotto sale,
poiché il calore accresce il suo contenuto di nitrosamine. Evitate di gratinare
eccessivamente affettati e formaggi (il prosciutto e il formaggio sul toast o
sulla pizza).
Concludendo
Purtroppo dal dopoguerra in poi si è diffusa la
pratica dell'utilizzo di additivi chimici, tra cui i pericolosi nitriti, dato
che in caso contrario sarebbe stato arduo per l’artigiano commercializzare un
prodotto di colore grigio … ovvero il colore della carne cotta.
L’aggiunta di nitriti, però, consente anche di
produrre salumi utilizzando scarti di lavorazione come le rifilature dei
prosciutti, acquistati da diversi salumifici.
Ma qual è il motivo dell’uso smodato di queste
sostanze?
Come già accennato, la ragione principale è quella di
preservare il colore rosso della carne: paradossalmente il consumatore è
attratto dai salumi cotti di colore rosa, il colore della carne cotta
addizionata con nitriti.
Ma
perché sono così tossici per la salute dell’uomo?
I consumo di insaccati con conservanti è una della
cause accertate di cancro allo stomaco. Consumare carni lavorate e insaccati
aumenta del 29% il rischio di sviluppare il cancro alla vescica: a suggerirlo è
uno studio pubblicato su Cancer dai ricercatori del National Cancer Institute
di Rockville (Usa) guidati da Amanda Cross, da questi studi è emerso che a fare
la differenza sarebbe il quantitativo di nitriti e nitrati contenuti nelle
carni processate. Infatti, soggetti che tramite l`alimentazione assumevano la
più alta quantità di nitriti (da tutte le fonti e non solo da carne e
insaccati), così come quelli la cui dieta prevedeva l`assunzione elevate
quantità di nitrati e nitriti dalle carni lavorate, hanno fatto registrare un
rischio di sviluppare il carcinoma della vescica maggiore del 28-29% rispetto a
coloro che ne consumavano quantità più basse.
E ancora, il consumo di insaccati conservati con
nitriti può ridurre le funzioni respiratorie del 3%, una sensibile
compromissione che potrebbe avere preoccupanti effetti in soggetti che
presentano già patologie anche leggere come le bronchiti. Inoltre, i nitriti si
legano all'emoglobina ossidandola a metaemoglobina, riducendo quindi il
trasporto di ossigeno ai tessuti. Questa circostanza è particolarmente
pericolosa per i neonati (che assorbono una maggior quantità di nitriti), ai
quali infatti non vengono somministrate verdure ricche di nitrati fino
all'ottavo mese di vita.
Auguri.
http://interno18.it
http://www.my-personaltrainer.it
va bene, e apprezzo ma potrei darle un suggerimento? Che ne dice, 'na volta a settimana, de mette 'na bella notizia? Che ne so', un prodotto del supermercato che ha scoperto non contenere olio di palma... così, pe' tira' su il morale e anche per dare modo, a chi la segue con gioia, non solo di togliere dal carrello ma magari d'aggiungece qualcosa. su su...
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