I succhi di frutta sono una tipologia ben definita di prodotto, regolamentata da un
apposito D.P.R. del 1982 e da successivi Decreti Ministeriali (1992 e 1996).
Occorre che il consumatore conosca precisamente il significato dei termini
riportati sulle confezioni, in quanto designano classi di prodotti molto
diversi.
Il termine “spremuta” si
applica solo agli agrumi e indica il succo di agrumi, anche in questo caso con
o senza zuccheri aggiunti.
Altra tipologia simile al succo di frutta è il nettare di
frutta, in cui la percentuale di frutta
scende al 50%, a cui sono aggiunti zucchero e acqua. La percentuale minima di
frutta utilizzata deve comparire con la dicitura “frutta XX% minimo”.
Esistono poi le bevande analcoliche alla frutta, le aranciate e limonate, in cui la
percentuale di succo di frutta scende al 12%. Se risulta inferiore al 12%, si
parla addirittura di bevanda al gusto di…
Risulta chiaro che, volendo conservare l’apporto di frutta, i prodotti
nutrizionalmente più interessanti sono i succhi di frutta e i nettari, mentre
le bevande alla frutta o
al gusto di… sono poco più
che acqua zuccherata.
Nel valutare la scelta dei succhi/nettari di frutta occorre considerare due
aspetti fondamentali: apporto calorico e genuinità degli ingredienti.
L’apporto calorico –
Per la tipologia dei prodotti e la loro appetibilità (sono costituiti
esclusivamente da zuccheri, anche quelli senza zucchero aggiunto!) è facile
bere dai 200-500 ml al giorno o anche più; vista la quantità di succo o nettare
che facilmente si può bere prima di fermarsi, occorre calcolare attentamente
l’apporto energetico e privilegiare quelli meno calorici, che sono poi quelli senza
zucchero aggiunto e non concentrati. Si consiglia il
consumo di succhi di frutta al 100% senza aggiunta di zucchero e non
concentrati, penalizzando quelli con zucchero aggiunto e, conseguentemente,
tutti i nettari di frutta. È da rilevare che
un succo concentrato è comunque un’inutile assunzione di calorie, poco
saziante, anche se molto appetibile. Molto meglio consumare la frutta
corrispondente, dove si può valutare direttamente la qualità e non si perdono
preziose sostanze, in primis le fibre.
La genuinità degli ingredienti – La legislazione vieta l’aggiunta di coloranti; in questo
senso i succhi, escludendo completamente una categoria di additivi, sono più
sicuri delle comuni bevande al gusto di frutta o alla frutta. La quasi totalità
degli additivi utilizzati sono l’acido ascorbico (E300, usato come
antiossidante), l’acido citrico (E330, fino a 5 g/l, come correttore di
acidità), l’acido lattico (fino a 5 g/l), i carbonati di calcio (E170) e i
tartrati di potassio (E336). Tuttavia nel processo di filtraggio del succo è
ammessa la possibilità di utilizzare aromi per esaltare il gusto e di anidride
solforosa per stabilizzare il succo (come avviene per il vino).
L’anidride solforosa non deve essere citata tra gli additivi se la sua quantità
non supera i 10 mg per litro.
Per concludere: acquistare un
prodotto di pessimo valore andrebbe, come sempre, a svantaggio delle buone intenzioni che vi hanno spinto a quell'acquisto, motivo
per cui, piuttosto che bere un pessimo succo da concentrato, è meglio mangiarsi
un sacco di frutta.
Auguri.
fonte http://www.albanesi.it
Nessun commento:
Posta un commento