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sabato 21 marzo 2015

Olio di palma

Mi rivolgo a te, Agata.
Prova ad andare in un supermercato qualsiasi a comprare dei biscotti o un dolce o una cioccolata spalmabile: l'impresa di trovarli senza la presenza, tra gli ingredienti, dell'olio di palma sarà quantomeno ardua.
Mi chiederai, Jennifer, come mai ti parlo dell'olio di palma. Ma guarda, per una ragione semplice: perché forse non lo conosci.
Cos'è, dunque, l'olio di palma e, soprattutto, è dannoso per la salute?
Potremmo cominciare dicendo che esistono tre tipologie di olio di palma con differenze significative: l’olio di palma grezzo, l’olio palmisto e l’olio di palma raffinato.
L’olio di palma grezzo è estratto dai frutti della pianta e si presenta in natura solido per l’alta percentuale di grassi saturi. E' ricco di antiossidanti ed è di colore rossastro. L’olio palmisto viene estratto, invece, dai semi del frutto ed è di colore bianco. L'olio raffinato o bifrazionato si presenta di colore giallo ed è il risultato di un'estrazione industriale atta a renderlo fluido come un olio "classico": A causa della raffinazione, però, è privo di antiossidanti ed è dunque una vera e propria "bomba" di grassi nocivi ovvero quelli saturi. E' questo l'olio largamente utilizzato dall’industria alimentare e dalla ristorazione.


Cosa sono i grassi saturi:
Gli acidi grassi vengono distinti in saturi, presenti prevalentemente nei grassi di origine animale (burro, lardo, strutto, OLIO DI PALMA, ecc.), insaturi e polinsaturi, contenuti soprattutto in quelli vegetali (olio di oliva, di soia, di girasole ecc.). I medici e gli esperti di alimentazione consigliano una dieta con prevalenza di grassi insaturi e polinsaturi, perché più leggera e più digeribile. Infatti la catena chimica di acidi grassi insaturi (di atomi di carbonio) è caratterizzata da un doppio legame, più difficile da aggredire dal nostro metabolismo, rispetto a catene che non presentano questa caratteristica. 
Su tali premesse si fondano i consigli per una sana e corretta alimentazione, secondo i quali non più del 10% delle calorie quotidiane dovrebbe derivare dagli acidi grassi saturi. Se ad esempio prendiamo una dieta da 2000 KCal al giorno, questa non dovrebbe apportarne più di 15 - 22 grammi.
Ecco perché è bene parlare di olio di palma, cara la mia Ortensia: senza neanche rendertene conto, quotidianamente corri il rischio di assumere molti grassi saturi (pensa ai biscotti, al cornetto, al pane, ecc ecc). E' come se mangiassi tutti i giorni carne rossa con tutte le conseguenze ormai ben note in materia di salute.


Ma perché viene utilizzato l'olio di palma?
Le ragione principale dell’utilizzo dell’olio di palma nasce dalla composizione chimica che ne fa un grasso capace di resistere alle difficili condizioni ambientali della cottura industriale, all’ossidazione dovuta a immagazzinamento, al calore prolungato e alla conservazione all’aria in scatole non a perfetta tenuta (dadi per brodo, biscotti ecc.). Vi è dunque, sin dagli anni '70, una ragione economica dovuta alla riduzione dei costi di produzione degli imballaggi poiché i prodotti più morbidi e con farciture richiedevano infatti un imballaggio molto costoso. 
Con l'utilizzo dell'olio di palma, dunque, i prodotti sono diventati più stabili. Diversamente i ristoratori lo preferiscono poiché raggiunge più lentamente il punto di fumo e quindi il più idoneo alla cottura dei cibi e per il basso costo. 

I rischi:

L’olio di palma conta ben 884 kcal per 100 ml così come l’olio d’oliva ma con una percentuale di grassi saturi di gran lunga superiore, ovvero di quei grassi ufficialmente riconosciuti rischiosi per l’apparato cardiovascolare. La stessa industria limita l’utilizzo dell’olio di palma per la presenza di una sostanza tossica, l’acido erucico. Sebbene l’industria replichi dicendo che non tutti i grassi saturi sono uguali ed esistano i saturi pessimi, quelli mediocri e quelli addirittura buoni, cioè protettivi, rimane indiscutibile che il prodotto in commercio più diffuso in assoluto è l’olio di palma raffinato che presenta dei parametri analitici nella maggior parte dei casi pessimi e costituisce un inutile surplus di grassi nocivi che è preferibile evitare.


Per concludere:

Come sempre, in materia di cibo, ci si trova di fronte ad alcune scelte: dal mio punto di vista è preferibile limitare l'acquisto di questi prodotti e, nel caso dell'olio di palma, porsi anche una ragione etica riguardante i danni derivanti dal disboscamento di queste piante, con effetti devastanti su molte specie di animali. In più, si tratta di un prodotto raffinato e dunque non più naturale. Sostituirlo con dell'olio di oliva parrebbe essere cosa buona e giusta.

2 commenti:

  1. oh, comunque, utile pe' di' utile. bravo. ma me sei diventato nutrizionista a mia insaputa? Te seguo attentamente, non mi abbandonare il blog.

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  2. ma sai il problema è che, per motivi di lavoro, mi sono trovato ad affrontare le etichette e ... ho difficoltà ad andare a fare la spesa. Trovare prodotti "naturali" è diventato impossibile e il guaio è che si utilizzano dei prodotti al solo scopo di profitto, a discapito della qualità. Sono un cazzo di purista del gusto.

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