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domenica 25 ottobre 2015

Ho conosciuto un limone tossico.

Se al bar ti servono un drink con la buccia d’arancia, un thé con la buccia di limone, o i tuoi parenti hanno fatto un liquore con gli agrumi, o se sei abituato a mangiarla e metterla nei dolci sappi che rischi di inserire delle sostanze tossiche nel tuo corpo, con effetti ancora sconosciuti o non chiaramente identificati. Sempre più spesso al supermercato negli agrumi confezionati si trovano le scritte “BUCCIA NON EDIBILE” oppure “TRATTATO IN SUPERFICIE” ma sui prodotti sfusi non c’è l’obbligo per legge, quindi bisogna fare attenzione. Ecco quali sono gli additivi che vengono usati negli agrumi venduti nei supermercati e scopriamo i loro effetti e tossicità.


buccia-limoni-tossica

Mi concentro su quello che possiamo trovare negli agrumi ovvero arance, limoni, limi e mandarini. Gli agrumi, in particolare quelli di derivazione non biologica, sono comunemente trattati con additivi e sostanze, per lo piùtossiche alle alte concentrazioni, che evitano la formazione di muffe o danno ai frutti un aspetto più scintillante e lucido.
E230 (Bifenile o Difenile): usato per il trattamento antimuffa della buccia degli agrumi, e per il materiale usato per l’imballaggio degli stessi; nel contempo, permette di allungare la vita degli agrumi. Può penetrare nella polpa e  i lavoratori impiegati nel campo delle spedizioni di agrumi (per nave o per camion), esposti quindi per lunghi periodi a questo conservante, hanno presentato una certa sensibilità al difenile, lamentando reazioni allergiche, nausea, vomito, irritazioni agli occhi e alle mucose nasali. Vietato in Australia.
E231 (Ortofenilfenolo): è un disinfettante fenolico con proprietà antimicrobiche di origine sintetica. Per essere usato in Italia necessita dell’autorizzazione del Ministero della Salute non essendo stato registrato in Italia, chi non lo fa incorre in sanzioni e quindi è poco utilizzato dagli operatori italiani. In Europa invece la legge comunitaria consente di utilizzarlo come emerge dalla risposta ad un’interrogazione scritta del deputato francese Rareş-Lucian Niculescu (del PPE). I derivati fenolici e il tiabendazolo (E230, E231, E232 , E233) sono dotati di una certa tossicità, infatti sono proibiti in Australia. Vengono diffusamente utilizzati per il trattamento superficiale degli agrumi e delle banane. Questo significa che le bucce dei prodotti di importazione possono essere state trattate con questi additivi.
E232 (Ortofenilfenato di Sodio): È un conservante sintetico impiegato sempre per proteggere gli agrumi. all’attacco di funghi del genere Penicillium, spruzzandoli o immergendoli direttamente. Penetrando lentamente nella buccia, potrebbe essere ancheritrovato all’interno dei frutti stessiVietato in Australia.
E233 (Tiobendazolo): E’ un conservante sintetico fungicida, antiparassitario ed antimuffa, spruzzato sulla superficie di alcuni tipi di frutta, soprattutto su agrumi e banane, per permetterne la conservazione per tempi prolungati. A causa della suatossicità, il suo uso come additivo è stato vietato in Unione Europea, negli Stati Uniti, e in Australia e Nuova Zelanda. Ma possiamo importarlo e trovarlo nei nostri supermercati. La dose giornaliera accettabile del tiabendazolo è di 0,1-0,3 milligrammi per ogni kilogrammo di massa corporea. In alte dosi, il composto apparefortemente tossico, causando consistenti disordini al fegato e all’intestino. Nelle cavie esposte ad alte quantità di tiabendazolo sono stati inoltre rilevati disordini riproduttivi e riduzione del peso dei piccoli al momento dello svezzamento. Gli effetti collaterali sull’uomo includono nausea, vomito, perdita di appetito, diarrea, vertigini, sonnolenza, mal di testa o, più raramente, anche ronzio alle orecchie, disturbi visivi, mal di stomaco, ingiallimento delle pelle e dell’urina, febbre, affaticamento, aumento della sete e aumento o riduzione dell’urina prodotta. Lebanane “tradizionali” e non quelle biologiche, in particolare, prima di essere spedite sono trattate con il tiabendazolo.
IMAZALIL: Fungicida utilizzato per conservare più a lungo gli agrumi. Viene applicato per immersione o atomizzazione, si deposita sulla buccia porosa ed in piccole quantità penetra all’interno degli agrumi per renderli resistenti nel tempo. L’imazalil ècancerogeno ed attualmente la normativa europea è estremamente permissiva rispetto all’impiego di questo fungicida. È tossico per inalazione e irritante per gli occhi. L’ EPA ha stabilito un livello di tossicità equivalente di 6.1 x 10-2 mg/kg/day, quindi più pericoloso nei bambini per i quali ne bastano 1 mg scarso per avere effetti tossici. Gli organi bersaglio sono il sistema nervoso e il fegato. Si ferma prevalentemente sulla buccia, ma si può trovare anche nella polpa sebbene in quantità molto limitate.
E901 (Cera d’api, bianca e gialla): Agente di rivestimento, serve per dare l’effetto lucido e migliorare la conservazione degli agrumi. Può ’indurre allergie o reazioni di ipersensibilità.
E904 (Gommalacca): E’ ciò che rende lucidi gli agrumi. E’ un polimero naturale ed ha una composizione chimica simile a quella dei polimeri sintetici, ed è quindi considerata una plastica naturale. E’ ottenuto dalla secrezione di un insetto, la Kerria Lacca, che cresce nelle foreste tailandesi. Un tempo usato per produrre i dischi per il grammofono, è impiegato anche come agente lucidante di pillole e caramelle oltre che per lucidare i mobili. Può essere modellata a caldo, per cui è classificata come termoplastica. Viene dichiarata commestibile.
E’ inutile sciacquare la buccia per cercare di mandarli via perché quasi tutti sono insolubili e quindi non se ne vanno con l’acqua. Inoltre come hai letto molti penetrano anche la buccia quindi si ritrovano nella polpa. Ovviamente la questione non è tanto se mango un’arancia o un limone trattato in questo modo, ma la questione è che se mi mangio 1 chilo a settimana e quindi durante l’inverno magari 10kg, quante sostanze tossiche avrò accumulato? Le ho espulse o stanno facendo danni nel corpo? Il mio consiglio è sempre quello di scegliere prodotti locali, non trattati e biologici; e anche di fare ogni tanto un pò di pulizia con sostanze come la zeolite o la clorella. Molte di queste informazioni sono tratte dal libro Additivi e Conservanti di Doris FritzscheErich MuskatIbrahim Elmadfa.




Di Dioni aka Riccardo Lautizi – dionidream.com
http://lastella.altervista.org/le-bucce-di-arance-e-limoni-sono-potenzialmente-tossiche/

Etichette intelligenti: cambiano colore se il prodotto resta fuori dal frigo o se l’alimento è scaduto. Come funzionano e perché evitano lo spreco


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Le etichette intelligenti cambiano colore se stanno troppo fuori dal frigo

Capire immediatamente, dalla confezione, se un prodotto che deve restare lungo tutta la filiera dal confezionamento al produttore a 4°C, è stato esposto a temperature più elevate, e per quanto tempo, e se può quindi rappresentare un pericolo per la sicurezza. Questo promette di fare l’etichetta cromo-termica messa a punto dai ricercatori del Dipartimento di scienza dei materiali dell’Università Milano-Bicocca insieme con i colleghi dell’Imperial College, che hanno raccontato su Advanced Optical Materialscome sono giunti all’etichetta intelligente.

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Un esempio di etichetta cromo-termica

In sintesi, l’etichetta è una pellicola di silice porosa sulla quale viene posto un pigmento appositamente studiato e programmato in modo da essere incolore a 4°C. Il pigmento resta tale se la temperatura (per esempio di uno yogurt, di un formaggio, di una confezione di latte, di un succo di frutta) resta stabile; se invece la temperatura sale fino a 9°C per 30 minuti, il pigmento assume una colorazione azzurrina; se, infine, sale ulteriormente, per esempio a temperatura ambiente, per 3 o più ore, la colorazione diventa blu scura. Tutti i cambiamenti sono irreversibili, e questo permette, a produttori, venditori e consumatori, di avere sempre una traccia di eventuali incidenti, e di verificare sempre la storia di ogni singola confezione. «Le etichette che abbiamo sviluppato – spiega Luca Beverina, ordinario di chimica organica della Bicocca e coordinatore del progetto – sono dispositivi semplici, economici e affidabili, in grado di registrare tutta la storia termica di un pacchetto in modo facile e leggibile a occhio nudo. È una soluzione che aiuta produttori e distributori a evitare che alimenti freschi e deteriorati finiscano nello stesso frigorifero».
Le etichette intelligenti, seppur poco presenti in Italia, rappresenterebbero uno strumento efficace per la lotta allo spreco alimentare, come dimostrano soluzioni sviluppate prevalentemente per l’ambito domestico. Ad esempio il sistema che consente di conoscere da quanto è stata aperta una confezione.

In questo caso, l’etichetta funziona utilizzando una pellicola di plastica che cambia colore, attivandosi con la presenza di anidride carbonica (in sostanza quando la confezione viene aperta). Con il trascorrere del tempo il colore cambia, aiutando il consumatore a capire entro quando debba essere consumato ed evitando così che finisca tra i rifiuti. Altre ancora recentemente sviluppate consentirebbero  di individuare manomissioni della data di scadenza: etichette che modificano il proprio colore sulla base del livello di ammoniaca sviluppato dal cibo con l’invecchiamento. Superata la data di scadenza il codice a barre dell’articolo diventa illeggibile e quindi rendendo impossibile la vendita del prodotto.
etichette intelligenti tempo colore
L’imballaggio del futuro oltre a proteggere gli alimenti sembra poter essere in grado di proteggere la nostra salute. E con gli scandali alimentari di cui sentiamo parlare quasi quotidianamente non è cosa da poco.


www.ilfattoalimentare.it