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lunedì 11 maggio 2015

La cocciniglia (E120 / E122)

La maggior parte delle persone la cocciniglia non sa neppure cosa sia, né da cosa arrivi, né tanto meno dove e come venga impiegata.
Cosa si nasconde dietro all’innocuo codice E-120 che spesso leggiamo tra gli ingredienti dei prodotti di supermercato?
Semplice: un animaletto che vive sulle pale delle opunthie (fico d’india), il Carminio di Cocciniglia.
Questo animale si nutre della linfa delle piante, in particolare delle piante grasse, e si protegge dai predatori secernendo una sostanza farinosa, simile alla cera.
Solo le femmine di questa specie hanno il pigmento rosso, l’acido carminio, e in particolare quelle gravide. Per ottenere quindi la tinta della migliore qualità bisogna raccoglierle prima che depongano le uova.
Ecco da dove viene il bel rosso brillante con il quale rendono i nostri cibi e le nostre bevande appetibili, attraenti e colorati e di conseguenza più commerciali.
Un Campari, per fare un esempio, oppure una qualsiasi bibita rossa, un Fruttolo alla fragola o tantissimi pasticcini, per non parlare delle caramelle e perfino di alcuni salumi. Naturalmente nessuno nomina gli insetti macinati, rimane sempre tutto ben celato dietro la sigla E-120 oppure, molto raramente, Colorante Naturale Cocciniglia.
Il colore viene estratto mediante un procedimento di lavorazione in cui questi animaletti vengono fatti essiccare al sole e poi passati in forno. Di seguito vengono schiacciati, tritati, macinati fino ad ottenere l’acido carminico.
Per produrre un chilo di colorante vengono spremuti 100.000 insetti.
Il Perù produce circa l’85% delle scorte mondiali di cocciniglia nel mondo.






Al di là dell’etica, l’E120 e l’E122 sono coloranti di cui non è ancora stata dimostrata la sicurezza; tralasciandone la provenienza, spesso danno adito a numerose reazioni allergiche, e la mancanza di riscontri sugli effetti a lungo termine non permettono di stabilirne la sicurezza alimentare.

Alla salute!





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