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domenica 13 marzo 2016

Aspartame con inganno!


A molti di noi sarà sfuggita una piccola ma importante novità nelle etichette dei cibi. L'aspartame ha cambiato nome: ora si chiama Amino Sweet.
L’aspartame è un dolcificante artificiale utilizzato in moltissimi alimenti. La domanda che ci si potrebbe porre è: perché le grandi aziende che producono dolci non utilizzano lo zucchero? Perché il potere dolcificante dell’aspartame è centinaia di volte maggiore rispetto allo zucchero e pertanto consente ai produttori di risparmiare enormi quantità di denaro. 
Si inserisce aspartame per circa 1/200 del volume di zucchero che normalmente verrebbe utilizzato e si ottiene lo stesso effetto con il vantaggio inoltre che l’aspartame, utilizzato in quantità ridotte proprio per il suo estremo potere dolcificante, ha un valore calorico pressoché nullo rispetto alla quantità di zucchero che dovrebbe essere utilizzata per ottenere gli stessi effetti.
L’aspartame è attualmente utilizzato in oltre 6000 alimenti in tutto il mondo, incluse bevande, succhi di frutta, dolci, gomme da masticare, caffè e yogurt, oltre che nel rivestimento esterno di alcuni farmaci.
Il leader mondiale per la produzione di aspartame è la Ajinomoto, azienda giapponese presente in oltre 100 Paesi.
Sull’ultima newsletter dell’Efsa Focal Point dell’Istituto Superiore di Sanità, sono state pubblicate cinque domande sull’aspartame cui hanno risposto Alberto Mantovani e Leonello Attias, esperti del Comitato nazionale sicurezza alimentare. Ecco alcuni dei dubbi chiariti dagli esperti.

1. Che cos’è l’aspartame e dove è contenuto?
L’aspartame è un edulcorante artificiale a basso tenore calorico, con un potere dolcificante di circa 200 volte superiore rispetto a quello dello zucchero. In Europa è autorizzato l’uso, a determinati livelli, in: bevande, gomme da masticare, prodotti lattieri, di pasticceria, dietetici e per il controllo del peso, oltre ad essere impiegato come edulcorante da tavola. Nell’ultima riunione organizzata il 9 aprile dall’Efsa, esponenti dell’industria hanno precisato che l’uso di aspartame in Europa si va riducendo a favore di altri edulcoranti.

2. Quanto se ne può consumare?
Come  avviene per gli altri additivi, anche per l’aspartame esiste una dose giornaliera accettabile (Dga, espressa in mg/kg peso corporeo/giorno pari a 40 mg/kg/giorno definita diversi anni fa, prima ancora della costituzione dell’Efsa). Con un consumo entro questo valore non ci dovrebbero essere rischi per la salute, anche nei soggetti più vulnerabili.


3. Perché questo valore è stato messo in discussione?
Alcuni studi sperimentali effettuati dall’Istituto Ramazzini  dimostrerebbero un incremento di tumori nei roditori esposti ad aspartame. Nel 2009 e 2011 l’Efsa ha valutato questi studi evidenziando dei problemi metodologici per cui gli esperti non hanno ritenuto oportuno variare o mettere in discussione la Dga. Tuttavia, è emersa la necessità di una specifica attenzione nei confronti dei metaboliti dell’aspartame, in particolare la fenilalanina e il metanolo, sia per la tossicità sia per la quantità che si può accumulare nell’organismo. Queste considerazioni sono state il motivo principale per richiedere all’Efsa una nuova valutazione.

4. Quali sono i lavori recenti svolti dall’Efsa sull’aspartame?
Il Panel Efsa sugli additivi alimentari e sulle fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti ha formulato una bozza di opinione accurata e dettagliata su cui l’Efsa ha chiesto commenti tramite una consultazione pubblica, cui ha contribuito anche il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa). La bozza di parere ha riesaminato gli studi disponibili sull’aspartame, ha valutato alcuni recenti studi epidemiologici sugli edulcoranti, ha identificato le lacune conoscitive ancora esistenti e soprattutto ha dedicato attenzione alla formazione e alla tossicità dei metaboliti, in particolare la fenilalanina.

5. Quali le conclusioni della bozza di parere?
La bozza di parere identifica la formazione di fenilalanina come il fattore principale per valutare la sicurezza dell’aspartame. La conclusione è che la Dga di 40 mg/kg/giorno tutela i consumatori con l’eccezione delle persone con un difetto metabolico raro, la fenilchetonuria, che non debbono consumare aspartame. Il Cnsa, nel riconoscere il valore scientifico del documento, ha però suggerito maggiore attenzione verso la formazione e la tossicità dell’altro metabolita dell’aspartame, il metanolo. Inoltre, il Cnsa si è associato ai commenti relativi alla possibile riconsiderazione della Dga in senso più cautelativo, alla luce delle rimanenti incertezze scientifiche. Il Panel degli esperti si rimetterà al lavoro per un parere definitivo alla luce dei commenti ricevuti.

Occhio alle etichette!